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Il passante ferroviario di Torino

Cover Passante Torino
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Tra potenziamento del trasporto e ricucitura del tessuto urbano.

A partire dalla fine degli anni Settanta, la città di Torino affronta una riflessione profonda circa il suo assetto urbano: l’infrastruttura ferroviaria, realizzata fin dall’epoca della Torino Capitale d’Italia ed attorno alla quale si era sviluppata la città del boom industriale, inizia a essere percepita come un elemento di separazione. L’asse ferroviario, infatti, inizia a essere percepito come una barriera, un ostacolo funzionale e percettivo, attorno al quale si sviluppano aree dismesse e architetture di bassa qualità.
In questo contesto viene concepito l’ambizioso progetto di Rete Ferroviaria Italiana che prevede il quadruplicamento della ferrovia nel centro cittadino, attraverso la realizzazione di un passante interrato tra il Lingotto a sud e la Stura a nord. Il progetto rappresenta una sfida tecnica di notevole difficoltà, prevedendo fino a quattro livelli sotterranei di scorrimento, ma costituisce al tempo stesso l’opportunità per realizzare un nuovo asse di penetrazione urbana in pieno centro città.

 
 

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Un progetto, due risultati complementari

Il progetto si è mosso, sostanzialmente, su due obiettivi principali. In primo luogo, favorire il potenziamento del nodo ferroviario (aggiungendo due binari di linea e nuove fermate) in vista del nuovo modello di esercizio dei servizi ferroviari regionali e dell’ingresso nel nodo delle linee Alta Velocità da est (Torino-Venezia) e da ovest (Torino-Lione); in secondo luogo cogliere l’occasione per interrare la tratta ferroviaria urbana ed eliminare la separazione fisica della città che essa generava, operando una complessiva ricucitura e riqualificazione delle zone precedentemente penalizzate dalla presenza della ferrovia. La trasformazione urbana include anche interventi mirati a fluidificare il traffico su gomma: attraversamenti delivellati tra strade e ferrovia e nuovi tratti di pista ciclabile e viale urbano in superficie, al di sopra della ferrovia interrata. La sfida tecnica per gli ingegneri è stata costituita dall’obiettivo di progettare i lavori in modo da mantenere sempre inalterata la circolazione ferroviaria e di interferire nel modo meno invasivo possibile con la circolazione stradale, le attività commerciali e la vita dei residenti.

 

La sequenza di cantierizzazione è stata, quindi, suddivisa in porzioni temporali sufficientemente piccole per analizzare in ogni momento le condizioni di accessibilità a ciascun numero civico. Ciò è stato garantito attraverso la previsione di spazi idonei e con la riorganizzazione temporanea dei sensi di circolazione nei vari isolati retrostanti la zona di lavoro. Particolarmente importante è stato lo studio per permettere ai mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco, mezzi di pubblica sicurezza) di accedere sempre a tutti i fronti dei fabbricati.

Il principio di affrontare il tema della cantierizzazione lavori già nel Progetto Definitivo, in modo iniziale, e poi, compiutamente e approfonditamente, nel Progetto Esecutivo era stato indotto dall’allora recente introduzione della normativa del “Progetto Esecutivo cantierabile” – ovvero spinto a un dettaglio tale da non lasciare indeterminatezza o gradi di libertà alla discrezione dell’appaltatore.

Questa linea metodologica al progetto è divenuta, nel tempo, uno standard di NET Engineering, che si è andato progressivamente affinando anche attraverso i feedback recepiti nel corso della Direzione Lavori di opere progettate dalla NET Engineering stessa.

Gli interventi realizzati

NET Engineering ha sviluppato la progettazione definitiva ed esecutiva del tratto nord del passante, dalla nuova stazione di Porta Susa allo svincolo di Corso Grosseto in zona Stura.

Le soluzioni proposte per il progetto del Passante di Torino hanno rappresentato la sintesi di un complesso processo decisionale. NET Engineering ha avuto modo di rapportarsi direttamente con FF.SS e il Comune di Torino per la definizione e condivisione delle soluzioni alternative da esaminare e la valutazione delle scelte più rispondenti alle esigenze delle due amministrazioni: la prima con profilo e interesse per il funzionamento del sistema di trasporto, l’altra legata alle esigenze di riqualificazione degli ambiti urbani e all’interazione del sistema di trasporto con la città.

Gli strumenti messi in campo in questo processo hanno permesso di gestire tutte le fasi di realizzazione delle opere, individuando soluzioni tali da arrecare il minimo impatto sulla vita della città, nel rispetto dei criteri fondamentali tracciati dal Comune di Torino.

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Gli interventi hanno previsto la progettazione delle seguenti opere:

  • Due gallerie artificiali affiancate con estensione di 4,5 Km;
  • Un manufatto sotterraneo di incrocio a due livelli tra le gallerie ferroviarie e la metropolitana;
  • Le nuove stazioni interrate di Porta Susa e Rebaudengo;
  • Le stazioni di Dora (coperta) e Stura (all’aperto);
  • Il boulevard di penetrazione urbana, lungo tutta l’estensione dell’intervento di interramento (4,5 Km);
  • Due collettori fognari di 2,3 Km di lunghezza;
  • Il nuovo ponte a due livelli sulla Dora Riparia, a tre luci, con lunghezza complessiva di 42 metri;
  • Uno svincolo stradale tra Corso Grosseto e il raccordo per l’Aeroporto di Caselle;
  • La riqualificazione urbanistica delle aree.

Inoltre, il progetto ha previsto una minuziosa sistemazione ambientale, con progettazione dedicata e innovativa di elementi particolari di arredo, quali tipologia di pavimentazione delle strade e dei marciapiedi – diverse in relazione al tipo di strada e al contesto edificato – rivestimenti delle rampe viarie, elementi di richiamo degli stilemi architettonici preesistenti, corpi illuminanti, protezioni acustiche in corrispondenza delle aree più critiche, piantumazioni e sistemazioni a verde.

Le sistemazioni ambientali sono state sviluppate sia per la configurazione definitiva delle opere che per la protezione dei cantieri durante la realizzazione delle stesse, studiando diverse tipologie di recinzioni con pannellature e decori e la loro precisa applicazione in corrispondenza dei diversi ambiti.

Si desume come il riassetto urbano è stato frutto di un insieme di interventi necessari alla riorganizzazione e allo sviluppo delle potenzialità degli spazi urbani oggetto di recupero comprensivo dell’eliminazione/riduzione delle interferenze con altre infrastrutture, garantendone al contempo massimo utilizzo, fruibilità e attrattività.

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Una riflessione

Il progetto del Passante di Torino ci invita a ragionare sull’evoluzione del ruolo della ferrovia nei nodi urbani. Nella fase iniziale dell’infrastrutturazione ferroviaria in Italia, la stazione era molto spesso collocata all’esterno dell’agglomerato urbano, in aree periferiche prive di edifici. La lontananza dal centro abitato ha, però, progressivamente stimolato la costruzione di una viabilità di accesso, di edifici per le attività connesse con i servizi di trasporto e ai viaggiatori, fino agli edifici residenziali.
Il nuovo tessuto urbano, generato dalla stazione, si è quindi espanso fino a unirsi a quello storico preesistente, facendo diventare “città” questi ambiti inizialmente separati. Di conseguenza, il positivo sentimento di “essere ciò che unisce le città”, con cui erano vissuti dagli abitanti i binari di linea, si è progressivamente intriso nel sentimento negativo di “essere ciò che divide la città”.
Quest’ultimo è diventato, a volte, preponderante a tal punto da annullare il precedente. Oggi vi è una crescente domanda di mettere la ferrovia “sotto terra” per risolvere aspetti urbanistici, di mobilità locale, di soppressione dei passaggi a livello. Gli impatti di tali interventi, però, sono ora enormi e l’entità dei costi a essi associati spesso scoraggia l’idea di intraprenderli.

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